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film francese

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2007 17:02
27/11/2007 17:02
 
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Utente Junior
Ciao a tutte, come al solito vado di fretta ( se no mi chiudono dentro).Quanto scrivete non ho fatto in tempo a leggere tutto!!!!!!!
Comunque vi invio del materiale per continuare a scrivere .Un grossso bacio a tutte sperando di vedervi domani.
Nunzia

SPETTACOLI & CULTURA
L'opera di Giolles de Maistre sul parto, uscito da due settimane in Francia, è
già un caso
Tre anni di lavoro, 15 mesi di riprese per dieci storie in altrettanti paesi
dall'India al Niger
"Le premier cri", il miracolo della nascita
nel documentario che sembra un film d'azione
di LAURA PUTTI


Il film inizia con un parto tra i delfini a Puerto Vallarta, vicino a Cancun
PARIGI - Uscito da due settimane nei cinema francesi, "Le premier cri" è già un
fenomeno. Un caso forse annunciato, dato che il film di Gilles de Maistre è un
documentario su qualcosa che riguarda il mondo intero: la nascita di un essere
umano. Non è un film sulla gravidanza o sulla maternità in generale: mostra
proprio il gesto di dare alla luce, il momento fisico, reale, del parto.
Accompagnato da una strutturata (ma elegante) campagna pubblicitaria, "Le
premier cri" (il primo grido) ha, nella prima settimana di programmazione in
circa 250 sale francesi, attirato ben 140 mila spettatori. Più di "L'incubo di
Darwin" di Hubert Sauper, più di "Una scomoda verità" di Al Gore.

Ed essendo già stato venduto in tutto il mondo (anche in Cina, India, perfino
Turchia, ma, per ora, non in Africa. In Italia nel 2008), il film è destinato a
un dibattito planetario. Come restare indifferenti al parto in diretta di dieci
donne in altrettanti paesi del mondo?
Osservando Gilles de Maistre, minuto e nervoso, viene da chiedersi dove abbia
trovato il coraggio di affrontare (spesso da solo, cinepresa in spalla) un
momento tanto selvaggiamente femminile.

"Proprio questo andavo cercando" risponde il regista, seduto in un rumoroso
caffè sui Campi Elisi. "Avevo già realizzato una serie di documentari televisivi
nella sofisticatissima maternità del Robert-Debré, l'ospedale pediatrico di
Parigi. E' vero che ogni parto è sempre un momento straordinario in cui accadono
cose ogni volta diverse. Le persone dimenticano la cinepresa, sono totalmente
concentrate soltanto su quello che accade. Ma, partorendo, le donne lasciano
trasparire la loro storia e mi è piaciuta l'idea di raccontarle, queste storie.
Il momento della nascita è un argomento che ci riguarda da vicino e che, insieme
al momento della morte, è una delle due esperienze che tutti abbiamo in comune".

Tre anni di lavoro, quindici mesi di riprese per dieci storie in dieci luoghi
diversi (la più "normale" in Francia, poi Stati Uniti, Vietnam, India, Brasile,
Niger, Tanzania, Giappone, Messico, Siberia), Gilles de Maistre ha spesso
viaggiato leggero. "Il più delle volte, soprattutto in luoghi molto disagiati
come i deserti africani, sono andato soltanto con l'ingegnere del suono e con
una giornalista, Marie-Claire Javoy, che sul film ha appena pubblicato due
libri, uno dei quali per bambini (uscito anche il cd con le musiche di Armand
Amar, con un brano cantato da Sinead O'Connor per l'occasione, ndr). Il parto è
un momento intimo. Volevo che fosse diverso da quelli, più o meno naturali, che
tante volte avevo visto nell'ospedale parigino".

Pur nella sua forzata staticità, "Le premier cri" sembra un film d'azione. Le
donne partoriscono in maniere diverse. Straordinarie le immagini che riguardano
Majtonré, la indiana Kayapo che Maistre ha filmato in Brasile, in un villaggio
nella foresta amazzonica. Come nel caso della donna Masai (Kokya, in Tanzania),
il parto è preceduto da un rituale. Le donne più anziane dipingono il corpo
della puerpera. Majtonrè partorirà in piedi in una capanna, al solo bagliore del
fuoco, sorretta sotto le ascelle da un'altra donna. Tragico invece il parto
notturno di Manè, donna Tuareg, nel deserto di Kogo in Niger. Nonostante il
sacrificio di un animale organizzato in fretta e furia dal marito della ragazza,
il bimbo nascerà podalico (di bacino) e morto.

Ma il parto sul quale Gilles de Maistre più si sofferma è quello dell'americana
Vanessa, 32 anni, in una casa in un bosco del Maine. Vanessa e Mikael vivono bio
e no global in una comune di dieci persone. Lei sceglie un parto non assistito,
senza visite mediche, ecografie, medicine. Quando le doglie iniziano, Vanessa e
Mikael si infilano nudi in una piscinetta al centro di una stanza. Attorno a
loro gli otto compagni con la chitarra. Il bimbo nascerà (dopo alcune ore)
nell'acqua, ma la placenta non uscirà subito, Quasi decisa a un ricovero in
ospedale, Vanessa verrà poi "salvata" da una ragazza della comune. L'insistenza
del film sulla coppia americana è forse la sua unica debolezza. "Cercavo
qualcuno che potesse parlare del momento della nascita" dice Maistre "In ogni
parto filmato c'è una storia, ma nessuna donna africana o siberiana o vietnamita
o indiana è in grado di parlare di ciò che vive. Lo vive e basta. Vanessa invece
racconta, spiega quello che sente".

"Le premier cri" inizia sott'acqua, con un parto tra i delfini. Seguiamo due
ragazze messicane, Gaby e Pilar, guidate dall'ispirata ostetrica Adriana tra gli
straordinari mammiferi acquatici. Il regista afferma di non essersi mai permesso
di giudicare le dieci storie. Ma qualcosa vorrà pur dire se ha deciso di
mostrare l'insuccesso di uno dei due parti acquatici: una delle due ragazze non
farà in tempo a correre in piscina e il suo bambino nascerà in un letto, senza
tante moine new age.

(13 novembre 2007)


> ricevo da una collega e inoltro con molto piacere. chi sa dirmi di più di
questo film? l'avete visto nelle sale?
> www.disney.fr/FilmsDisney/lepremiercri/




Magari Isabelle l'ha visto?



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